RUBRICA – Tre domande a…

Oggi le rivolgiamo a Maria Domenica Malagnino, referente Alea per il sud Salento.

Con lei parliamo delle prospettive future del turismo e dell’accoglienza, alla luce dell’esperienza dello scorso anno e con uno sguardo rivolto alla destagionalizzazione.

  1. Secondo l’Osservatorio sul Turismo Residenziale Extralberghiero (OTEX), nel 2020, in Italia, le strutture ricettive extralberghiere hanno resistito meglio agli effetti negativi della pandemia.
    Vi ritrovate in questa analisi? Com’è stato l’andamento per voi?

Prima di rispondere, devo fare una doverosa premessa: in questo caso, nell’analisi delle presenze delle strutture extralberghiere, stiamo includendo anche le locazioni turistiche che ancora non ne fanno parte perché normate dallo Stato e che nella sostanza, da quando è stato introdotto il CIS regionale, è come se ne facesse parte perché anche le locazioni turistiche devono rispettare certe regole. Anche per questo motivo molti proprietari non ligi al rispetto del minimo dovuto pre-pandemia, si sono sentiti messi alle strette e non hanno proprio aperto, favorendo una minor offerta e perciò massima occupazione fra chi ha preferito la retta via.

Ma, tornando alla domanda iniziale, per quanto riguarda il sud Salento la maggior parte delle strutture extralberghiere sono stagionali. In extremis è stata recuperata la stagione superando tutte le aspettative e non solo, in molti casi sono state  superate le entrate della stagione precedente.

  • La sicurezza, per molti, è diventato il nuovo lusso.
    Come sono cambiate le esigenze dei turisti? Com’è cambiata la realtà dell’accoglienza?

Personalmente ho sempre offerto igiene e sicurezza ai massimi livelli già prima della situazione Covid e, di conseguenza, gli ospiti rientravano in quella categoria di persone esigenti in tal senso. La reputazione ha giocato un ruolo importante. Ho solo avuto un attimo di smarrimento all’inizio della stagione quando era tutto molto confuso, perché c’erano troppi “venditori di fumo”.

È stato in questa fase che ho temuto per l’immagine del territorio, perché mi sono resa conto di quanto, soprattutto per il settore degli affitti dei privati,  fosse vulnerabile. È stato proprio questo il  motivo che mi ha spinto a cercare sostegno in ALEA, non solo per me in qualità di proprietaria di locazioni turistiche brevi, ma attraverso me anche per altri locatori. La realtà dell’accoglienza non è ancora del tutto cambiata. Grazie ad ALEA il percorso del cambiamento nell’offerta dell’ ospitalità  sul territorio è solo iniziato.

Ci sarà tanto da fare, soprattutto tanta formazione e informazione dedicata al settore extralberghiero, affinché si sia consapevoli tutti di quanto enorme siano le risorse e le potenzialità del territorio per diventare punto di riferimento nel mondo per un’ospitalità di qualità,  dove per qualità non s’intendono location di lusso, ma location che rispettino certi requisiti, che siano riconosciuti da un marchio, tipo bollino di qualità. Per questo, e tanto ancora, c’è bisogno che anche le istituzioni facciano la loro parte, nella lotta contro l’abusivismo e lo sfruttamento selvaggio del territorio.

  • Come già sperimentato lo scorso anno, il nuovo trend è quello del “turismo di prossimità”. Ma in sostanza, per chi offre un servizio come il vostro, cosa cambia?

 È vero, si è parlato tanto di turismo di prossimità, ma quando a inizio estate è stata data la possibilità di spostamento fra regioni, e non solo, qui nel sud Salento abbiamo avuto ospiti da tutta Italia, soprattutto centro-nord, con soggiorni medi di circa 10 giorni. Ad ogni modo, che gli ospiti provengano dalla stessa Puglia, o meno, per chi ospita non devono cambiare assolutamente gli standard offerti. Di sicuro bisogna incentivare il turismo di prossimità perché in ambito di “stagionalizzazione” del turismo, in questa zona, quello di prossimità può riempire tanti weekend e tanti periodi festivi in bassa stagione.

Concludo sperando per il territorio, che finisca presto il tempo del pensare a cosa fare, e si passi presto a “fare” in ambito di destinazione perché il settore dell’extralberghiero sia pronto, superata la situazione che stiamo vivendo, ad abbracciarsi con l’alberghiero, in nome di un’offerta che porti benessere a tutto il territorio.

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